La Sasch, azienda di proprietà del sindaco Cenni, delocalizza completamente la produzione, da Prato alla Cina. "E' una scelta ben precisa" spiega il sindaco "così i cinesi la smetteranno di venire qui a rubare il lavoro ai pratesi".
(E' fatto così, è spontaneo. Quando gli hanno chiesto cosa ne pensava del pericolo giallo, ha detto che è un grave pericolo, perché se poi arriva il rosso e uno è sempre sull'incrocio si rischia di fare un incidente)
Ad ogni modo, il sindaco riesce nell'impresa di ottenere promesse di finanziamenti, aiuti economici e risorse per la città da parte del governo centrale.
Di Pechino.
Gli assessori Silli e Milone litigano sulla questione immigrati. E' una questione di gusti: chi li preferisce al dente, chi ben cotti.
Taiti dice che nessuno rispetta l'ordinanza che vieta di sedersi sui monumenti. Milone è già pronto per oscurare i culi non a norma.
Dopo i marinai, sono arrivati in città i paracadutisti della Folgore, per pattugliare la città insieme a poliziotti e carabinieri. Mancano il motociclista e l'indiano e siamo pronti per i Village People.
Berlusconi dice che vorrebbe tornare a Prato. L'altra volta non aveva portato il Viagra.
(In realtà non tornerà: quando aveva chiesto a Cenni di trovargli una maiala per la notte, quello gli ha fatto portare una porchetta di venti chili in camera)
John Malkovic vuole investire nel tessile pratese, pensa che sia proprio una bella idea.
D'altra parte pensava la stessa cosa del recitare ne "Il tè nel deserto"
(questo post è un sentitissimo omaggio a Spinoza)
sabato 3 ottobre 2009
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